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Scuola secondaria di I°grado "Falcone e Borsellino" di Pantigliate (MI)
lunedì 30 settembre 2013
JAMES CAMERON - SFIDA NEGLI ABISSI
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giovedì 12 settembre 2013
RIPASSIAMO...LA RIVOLUZIONE FRANCESE
(dal blog "ripassofacile")
RIASSUNTO RIVOLUZIONE FRANCESE
Vigilia della rivoluzione
Nel 1789 in Francia la popolazione era divisa in:
- nobiltà,che aveva il monopolio delle cariche pubbliche e numerosi privilegi economici e fiscali
- il clero
- il terzo stato composto da borghesi, commercianti ed artigiani, proletariato urbano e contadini, che era lo strato più numeroso e vario della popolazione.
Cause della rivoluzione francese
Dopo il 1781 l'antico regime entra in crisi a causa di difficoltà finanziarie (dovute alle forti spese per la partecipazione alla guerra di indipendenza americana).
Viene proposta una riforma economica che però intaccava i privilegi dei nobili e del clero. Questi, per contrastare tali riforme, costringono il re Luigi XVI a convocare gli Stati Generali.
Gli Stati Generali erano un'assemblea in cui ogni ordine sociale
(nobiltà, clero e terzo stato) doveva avere un numero eguale di
deputati, ma il terzo
stato chiede ed ottiene di avere un numero doppio di rappresentanti per
riuscire contrastare le votazioni di nobiltà e clero che spesso andavano
a coincidere (mantenendo così i propri privilegi a discapito dei ceti
meno abbienti)Dopo il 1781 l'antico regime entra in crisi a causa di difficoltà finanziarie (dovute alle forti spese per la partecipazione alla guerra di indipendenza americana).
Viene proposta una riforma economica che però intaccava i privilegi dei nobili e del clero. Questi, per contrastare tali riforme, costringono il re Luigi XVI a convocare gli Stati Generali.
Votazione a testa o per ordine?
Però, se il re concesse che il Terzo stato avesse un numero di rappresentanti doppio, l'aristocrazia ottenne che le votazioni negli Stati generali dovessero avvenire "per ordine" e non a testa: in altre parole, a ogni "stato" toccava un voto e quindi la nobiltà e il clero avrebbero avuto in ogni caso la maggioranza.
La questione andò avanti per più di un mese.
Il Giuramento della Pallacorda |
Il Re, appoggiato dai nobili, non prendeva una decisione sulla questione del voto, così i deputati del terzo stato si riunirono nella sala della Pallacorda dove giurarono di dare una Costituzione alla Francia.
Il Clero e 47 membri della nobiltà si unirono a loro formando l'Assemblea Nazionale Costituente. Luigi XVI sconfitto sul piano politico, decise di ricorrere alla forza, ma la borghesia reagì e, con l'aiuto delle classi popolari, il 14 luglio assale e conquista la Bastiglia simbolo del dispotismo del regime assoluto.
La rivoluzione
Dopo la presa della Bastiglia si
succedono eventi a catena: una rivoluzione in città (guidata dalla
borghesia) che portò all'abolizione delle municipalità dell'antico
regime ed alla formazione della guardia municipale e una rivolta
nelle campagne che portò alla distruzione della feudalità.
Il 26
agosto 1789 venne promulgata la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del
cittadino che era la premessa della Costituzione del 3 settembre
1791. Il re però non approva i decreti della Assemblea Costituente
ed il popolo si mobilita di nuovo marciando su Versailles e
costringendo il re a trasferirsi a Parigi.
Giacobini, Foglianti e Cordiglieri
A questo punti si verificò una scissione all'interno dell'Assemblea che diede inizio ad una serie di differenziazioni dei gruppi borghesi: i Giacobini, guidati da Robespierre, avevano atteggiamenti più avanzati, i Foglianti, con a capo La Fayette, erano più moderati, al centro vi erano i Cordiglieri con Danton e Marat.
La Costituzione
L'Assemblea Costituente comincia a redigere la Costituzione che fu approvata nel 1791. Nacque così la prima monarchia costituzionale francese, fondata sulla separazione dei poteri.
Il potere di fare le leggi e di dirigere la politica generale del paese passò all'Assemblea legislativa, composta di 745 deputati eletti ogni due anni. Al re spettava la nomina dei ministri e il diritto di sospendere una legge approvata dall'Assemblea, ma per non più di quattro anni. Il sovrano non poteva sciogliere l'Assemblea, né dichiarare guerra, né firmare trattati di pace. Il potere giudiziario fu affidato alla magistratura, indipendente in quanto eletta. Il diritto di voto fu riservato solo agli uomini al di sopra dei 25 anni che pagassero tasse elevate, una soluzione che accontentava la borghesia mentre lasciava insoddisfatti i ceti popolari.
I beni ecclesiastici furono incamerati e venduti ed i preti dovettero giurare fedeltà alla Costituzione come dei pubblici funzionari.
Amministrativamente la Francia venne divisa in 83 dipartimenti divisi in distretti e cantoni con ampi poteri.
La fuga e la condanna del ReDichiarazione dei Diritti dell'Uomo del Cittadino |
Giacobini, Foglianti e Cordiglieri
A questo punti si verificò una scissione all'interno dell'Assemblea che diede inizio ad una serie di differenziazioni dei gruppi borghesi: i Giacobini, guidati da Robespierre, avevano atteggiamenti più avanzati, i Foglianti, con a capo La Fayette, erano più moderati, al centro vi erano i Cordiglieri con Danton e Marat.
La Costituzione
L'Assemblea Costituente comincia a redigere la Costituzione che fu approvata nel 1791. Nacque così la prima monarchia costituzionale francese, fondata sulla separazione dei poteri.
Il potere di fare le leggi e di dirigere la politica generale del paese passò all'Assemblea legislativa, composta di 745 deputati eletti ogni due anni. Al re spettava la nomina dei ministri e il diritto di sospendere una legge approvata dall'Assemblea, ma per non più di quattro anni. Il sovrano non poteva sciogliere l'Assemblea, né dichiarare guerra, né firmare trattati di pace. Il potere giudiziario fu affidato alla magistratura, indipendente in quanto eletta. Il diritto di voto fu riservato solo agli uomini al di sopra dei 25 anni che pagassero tasse elevate, una soluzione che accontentava la borghesia mentre lasciava insoddisfatti i ceti popolari.
I beni ecclesiastici furono incamerati e venduti ed i preti dovettero giurare fedeltà alla Costituzione come dei pubblici funzionari.
Amministrativamente la Francia venne divisa in 83 dipartimenti divisi in distretti e cantoni con ampi poteri.
Intanto il re aveva tentato di fuggire e Austria, Prussia e Russia si erano alleate contro la Francia (temevano lo scoppio di analoghe rivolte nei loro paesi!) che reagì alla sfida dichiarando la guerra (1792).
Nel 1792 i sanculotti
s'impadronirono del Palazzo Reale, mentre l'Assemblea ordinava di
imprigionare il re con l'accusa di tradimento della patria. Dopo la
vittoria francese di Valmy contro l'esercito
prussiano, fu proclamata la Repubblica. Il re, processato per alto
tradimento e condannato a morte, fu decapitato il 21 genn. 1793; in
ottobre la stessa sorte toccò alla regina.
Robespierre e il Terrore
Per fronteggiare le crisi nazionali e la minaccia degli eserciti stranieri alleati contro la Francia, i poteri
furono affidati a un Comitato di salute pubblica (1793) guidato da
Robespierre, che pose il calmiere sul prezzo di grano e generi
alimentari, arruolò un nuovo esercito e inviò soldati in Vandea dove intanto era scoppiata una rivolta. I
metodi autoritari adottati dal Comitato portarono alla repressione
degli avversari politici e di diversi esponenti giacobini contrari ai
metodi di Robespierre--->alcune migliaia di oppositori vennero
ghigliottinati dopo processi sommari.
Per questo motivo il periodo
dall'autunno 1793 all'estate 1794 fu definito il Terrore. Molti
deputati volevano destituire il Comitato, così il 27 luglio 1794
Robespierre e i suoi collaboratori vennero arrestati e il giorno
successivo ghigliottinati senza processo.
Il nuovo corso prese il nome di Termidoro e si fece prevalere una linea politica moderata.
Fine della Rivoluzione
Negli anni successivi il governo di
Parigi decise di abbattere le monarchie assolute in Europa, in cui
si erano diffuse le idee rivoluzionarie. Il comando della campagna
d'Italia fu affidato a Napoleone Bonaparte, che invase la
penisola, dove furono instaurati governi repubblicani
sul modello della Repubblica francese. Napoleone poi, rientrato in
Francia, con un colpo di Stato militare (18-19 brumaio 1799) abolì
il governo e trasferì il potere a un Consolato (in cui sedeva con
due collaboratori).
L'emanazione della Costituzione dell'anno VIII
(1799), con la quale gli furono attribuiti pieni poteri, sancì la
fine della rivoluzione francese e aprì il
periodo della diffusione in tutta Europa delle idee rivoluzionarie.
mercoledì 11 settembre 2013
I CONSIGLI DI BEPPE SEVERGNINI
Dal Corriere della sera:
UNO: NON ANNOIATEVI La scuola non è una spiaggia, una piazza o un bar, ma è lì che si trovano i vostri amici. Divertitevi: non è vietato.
DUE: NON SPEGNETEVI Cercate di farvi piacere, almeno un po’, le materie di studio. Sono i mattoni del mondo: costruiteci qualcosa di vostro.
TRE: NON RISPARMIATEVI Aiutare i compagni di classe in difficoltà non è solo giusto: è lungimirante. Tutto torna indietro.
QUATTRO: NON RASSEGNATEVI Gli insegnanti sono pagati per insegnare, non per torturarvi (si chiamerebbero torturatori). Se lo fanno, reagite.
CINQUE: NON LAMENTATEVI Protestare si può, talvolta si deve. Piagnucolare è invece irritante, inutile, spesso controproducente (e poi, ragazze, scende il trucco).
SEI: NON ARRABBIATEVI Molte scuole italiane sono ancora senza preside. Perdonate loro, perché non sanno quello che fanno (questa non è di Jovanotti).
SETTE: NON ANGOSCIATEVI Portate in classe fantasia, talento, ironia. Le scuole sono un luogo di concentrazione, non un campo di concentramento.
OTTO: NON ASCOLTATEMI Se uno o più di questi suggerimenti vi sembrano impraticabili, ignorateli.
UNO: NON ANNOIATEVI La scuola non è una spiaggia, una piazza o un bar, ma è lì che si trovano i vostri amici. Divertitevi: non è vietato.
DUE: NON SPEGNETEVI Cercate di farvi piacere, almeno un po’, le materie di studio. Sono i mattoni del mondo: costruiteci qualcosa di vostro.
TRE: NON RISPARMIATEVI Aiutare i compagni di classe in difficoltà non è solo giusto: è lungimirante. Tutto torna indietro.
QUATTRO: NON RASSEGNATEVI Gli insegnanti sono pagati per insegnare, non per torturarvi (si chiamerebbero torturatori). Se lo fanno, reagite.
CINQUE: NON LAMENTATEVI Protestare si può, talvolta si deve. Piagnucolare è invece irritante, inutile, spesso controproducente (e poi, ragazze, scende il trucco).
SEI: NON ARRABBIATEVI Molte scuole italiane sono ancora senza preside. Perdonate loro, perché non sanno quello che fanno (questa non è di Jovanotti).
SETTE: NON ANGOSCIATEVI Portate in classe fantasia, talento, ironia. Le scuole sono un luogo di concentrazione, non un campo di concentramento.
OTTO: NON ASCOLTATEMI Se uno o più di questi suggerimenti vi sembrano impraticabili, ignorateli.
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